È una “malattia” quella del volo. Ce l’hai dentro dalla nascita, ne sei attratto, maledettamente attratto.
Questo continuo e implacabile richiamo mi ha portato fino a “lui”, forse il più nobile dei velivoli aerei, sicuramente quello dotato delle caratteristiche aerodinamiche più efficienti.
A bordo dell’aliante tutto è pronto: controlli prevolo eseguiti, paracadute indossato, previsioni meteo chiare e assimilate.
Pronto al decollo alzo il pollice, è il segnale per l’assistente di terra che solleva l’ala livellando il mezzo al terreno. Comunico al trainatore l’ok per il take off e pochi secondi dopo abbandono la mia ombra, costretta suo malgrado a terra. Pochi minuti mi vincolano all’aereo a motore che mi sta conducendo in quota e poi, finalmente, sgancio la fune che ci lega: finalmente si vola sul serio!
“Tasto” l’aria cercando le prime ascendenze, invisibili colonne d’aria calda leggera, veri e propri ascensori verso i cieli più alti. Le lunghe e sottili ali bianche diventano il prolungamento di mani e braccia; uomo/macchina sembrano fondersi in un unica entità, perfetta per volare per kilometri e kilometri, per ore e ore.
Spiralando nelle termiche imito il volo dei rapaci, indiscussi padroni dell’aria. Sorvolo monti e valli in un susseguirsi di stati d’animo che stento a descrivere: libertà, estasi, leggerezza dell’essere ma anche timore, paura, rispetto…
Sotto di me scorrono veloci i pendii erbosi del bellunese, poi le prime sommità dolomitiche e le verdi valli pusteresi e ancora le meravigliose vette: Tre Cime, Tofane, Marmolada…
La giornata volge al termine e l’energia presente nell’aria si affievolisce velocemente: l’ultima quota guadagnata è sufficiente per planare fino all’aeroporto, distante alcune decine di km.
Estraggo il carrello e i diruttori, quasi a mettere la parola fine all’incantesimo che mi ha cullato fino a quel momento. L’aliante si posa veloce e leggero sul manto erboso ricongiungendosi con la propria ombra.
Questa è la filosofia del volovelista: spostarsi di valle in valle, riprendere quota, planare sul prossimo crinale e di nuovo risalire percorrendo così centinaia di km, nei voli più esaltanti anche mille km e oltre. Tutto questo sfruttando esclusivamente invisibili forze che la natura, nelle giornate più fortunate, regala generosamente.
Sono trascorsi pochi minuti da quando ho rimesso i piedi a terra e già penso al prossimo volo, passione inguaribile quanto esaltante.
(Da “Cortina Magazine n. 72 Estate 2012 by Renografica Bologna)
“Silenzio si vola” è il titolo di un celebre libro, vera bibbia per i volovelisti:
SILENZIO SI VOLA – STRECKENSEGELFLUG – IL VOLO DI DISTANZA IN ALIANTE
di L. Kanneworff, D. Porta, P. Pugnetti, H. Reichmann, A. Bardelli, R. Bindi