Trascorrere una notte in un bivacco di montagna per assistere al tramonto e all’alba da un’alta vetta, è uno spettacolo emozionante, ancor di più se condiviso con gli amici.
Decido di andarci con Silvio e Dino. Un pomeriggio di settembre saliamo con l’ultima funivia “Freccia nel Cielo” che, con i suoi tre tronconi, ci porta in pochi minuti dai 1.224 m del fondovalle ai 3.244 m della Tofana di Mezzo.
Arrivati sulla Tofana Terza (o “de Inze”), dopo aver percorso il sentiero ferrato che la separa dalla sorella maggiore, più alta di soli 6 metri, il meteo si manifesta con una discreta variabilità: veloci nuvole scivolano da ovest incappucciando le vette più alte lasciando intravedere grandiosi scenari.
Fotograficamente parlando, non potrei sperare di meglio: un tramonto perfettamente sereno nulla offre rispetto ai potenziali spettacoli osservabili con un discreto cielo nuvoloso. Unico rischio: che le nubi avvolgano completamente la cima rendendo di fatto impossibile scattare qualsiasi foto.
La fortuna tuttavia ci assiste e le immagini descrivono meglio di mille parole ciò che succede in quegli attimi dove luci, colori e vento, continuano a rendere il paesaggio incredibilmente mutevole.
Il sole sparisce dietro un susseguirsi di profili montuosi che si perdono a vista d’occhio. Le stelle più luminose iniziano ad affacciarsi al cielo, il vento si placa e i colori si fanno pastello. Pace e meraviglia!
Il giorno pian piano cede la scena alla notte, quella che in gergo fotografico viene definita “l’ora blu”.
Le luci in paese sono già accese. La percezione è che laggiù sia già notte mentre in alto gli ultimi bagliori del tramonto stentano a cedere il palco all’oscurità, che nel frattempo sta avanzando da levante.
Quando finalmente è buio, assieme a Dino m’incammino verso il bivacco conosciuto con il nome di “Baracca degli Alpini”, a 2.922 m di altitudine.
Ad attenderci Silvio, che raggiunto il bivacco prima di noi, ha acceso il fuoco nella stufa ricavata da un vecchio traliccio di seggiovia!
Cullati dal crepitio del fuoco, pane, companatico e un “buon gòto” sul tavolo di legno, osserviamo dalla finestra le luci di Cortina…
Il bivacco è spartano ma offre tutto ciò che serve a chi cerca rifugio: ha sette cuccette, ognuna delle quali è provvista di materasso e coperta. Prima d’infilarsi nei sacchi a pelo, diamo un’ultima occhiata al cielo stellato: a quella quota, dove l’aria è pulita e rarefatta e non vi è inquinamento luminoso, il numero di stelle visibili è impressionante.
La notte trascorre tranquilla e ci porta in poche ore alla sveglia per assistere alla levata del sole.
Una coperta di alte nubi giunge da nord ovest, ad annunciare la perturbazione prevista per le prossime ore. Tuttavia il cielo a est è ancora sereno e tutto fa sperare in un’alba spettacolare. Ed è proprio così: il sole lancia i suoi primi raggi sulle cime più alte colorandole dapprima in maniera tenue e delicata e poi con intensità via via più accesa. Le nuvole, alte nel cielo, riflettono la luce dell’alba in un tripudio di colori che colpisce.
Vorremmo rimanere ancora, ma il lavoro e il tram tram quotidiano ci attendono.
Scendiamo a piedi fino a Ra Valles e nel silenzio della vettura vuota della Freccia del Cielo che ci riporta a valle, ho la sensazione di aver toccato il cielo con un dito.
(Da “Cortina Magazine n. 72 Estate 2012 by Renografica Bologna)